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Sotto il nome di ladino si comprendono tre gruppi di dialetti: quelli parlati nel cantone svizzero dei Grigioni, quelli parlati in alcune valli della regione dolomitica, e quelli parlati nel Friuli. Tutti appartengono alla famiglia romanza o neolatina e, nell’àmbito di questa, sono accomunati da caratteristiche di struttura in cui parecchi studiosi, a cominciare da Graziadio Isaia Ascoli che per primo le illustrò nel secolo XIX, hanno ritenuto di dover ravvisare i tratti distintivi d’un sistema dialettale auto­nomo. Ma il recente e contrastato innalzamento di questi dialetti a lingue di cultura ha avuto sorti assai diverse nelle tre regioni: i dialetti friulani non hanno avuto se non applicazioni letterarie; quelli del Trentino-Alto Adige sono stati accolti nella scuola accanto all’italiano e al tedesco, ma non hanno conseguito un pareggiamento a tutti gli effetti; solo il romancio, ossia il ladino dei Grigioni, ha ottenuto nel 1938 d’esser riconosciuto come quarta lingua nazionale (non però come lingua ufficiale) della Confede­razione Svizzera.

I nomi ladini registrati in questo dizionario sono tutti, appunto, nomi grigionesi e sono scritti in un’ortografia che è peculiare di quel territorio e non avrebbe valore per i ladini d’Italia. È un’ortografia di compromesso tra quella italiana e quella tedesca, ed è stata fissata stabilmente dopo lunghe oscillazioni.

Avvertenze per la lettura:

c

suona Z (ossia z sorda it.) davanti alle vocali e, i, ö, ü; suona invece k in ogni altra posizione; può poi far parte dei gruppi grafici ch, dsch, sch, tsch;

ch

suona k’;

dsch

suona J (ossia g(i) dolce it.);

g

suona J davanti alle vocali e, i, ö, ü; suona invece g in ogni altra posizione; può poi far parte dei digrammi gl, gn, tg;

gl

suona l’ (come gl(i) it.) quando è finale e quando è seguito dalle vocali i e ü; davanti alle altre vocali suona l’ se è accompagnato da un i muto (gli, come in it.), altrimenti gl;

gn

suona n’ (come gn it.);

h

di per sé è muta, ma può far parte dei gruppi grafici ch, dsch, sch, tsch;

ö

suona ö;

s

suona S (ossia s sorda it.) nella maggior parte dei casi, ma suona @ (ossia s sonora it.) quando si trova nell’interno della parola tra due vocali, e š (ossia sc(i) dolce it.) quando è seguita da consonante; può poi far parte dei gruppi grafici dsch, sch, tsch;

sch

suona di solito š (ossia sc(i) dolce it.), in rari casi X;

s-ch

suona šk’;

tg

suona © (ossia c(i) dolce it.);

tsch

suona ©;

ü

suona ü;

z

suona Z (ossia z sorda it.).

Osservazioni generali:

La posizione dell’accento tonico varia da parola a parola.

   

DOP

Redatto in origine da
Bruno Migliorini
Carlo Tagliavini
Piero Fiorelli

 

Riveduto, aggiornato, accresciuto da
Piero Fiorelli
e Tommaso Francesco Bórri

 

Versione multimediale ideata e diretta da
Renato Parascandolo